Dedicato alla mamma
Custode del ricordo di sé.
Cara mamma, questo dolore non passa mai.
È una calda notte d’estate; solitamente il calore mi piace molto e lo sopporto bene. Ma questa sera mi sento strana e il calore quasi diventa dolore. Non so in quale posizione mettermi per trovare sollievo e
non me lo spiego. Mentre accolgo il fastidio, si apre una finestra nella mia memoria e mi vedo in quella stanza d’albergo, quella stanza d’albergo vicino all’ospedale, che mi ospita, in attesa dell’ennesimo tuo intervento, cara mamma. Subito affiorano altri ricordi, come finestre che si aprono in un sistema operativo. È stato il calore a premere il tasto invio e mi trovo, letteralmente, scaraventata indietro nel tempo, in quel tempo di quasi otto anni prima. Sento un dolore dirompente farsi spazio nel mio petto, che mi travolge e toglie il respiro. Dagli abissi, insinua crepe nel mio cuore. Quella volta c’era ancora speranza; oggi, guardando indietro, vedo la disperazione cocente nascosta nelle pieghe dei pensieri di chi sa, di chi ha compreso, ma non vuole vedere. Perché quel dolore è troppo grande da sopportare. Tutto diventa troppo. In quella stanza d’albergo faceva molto caldo e dapprima mi compiacevo. Poi, quella volta così come oggi, ecco sorgere l’insolito male stare. Questo dolore, mamma, non passa mai. Ce la mettevo tutta per disegnare un esito positivo ella mia mente, come un podio dopo una lunga competizione estenuante e senza riposo. Ma questa agognata e tanto bramata vittoria non arriva. Allora come oggi, rimane un’illusione. E quando i film nello schermo della mia mente si spengono, il sipario cala su l’unico attore rimasto: una profonda solitudine che porta con sé la sensazione di morire.
Pensavo, speravo, mi illudevo di avere superato tutti questi ricordi e oggi mi accorgo che così non è. Il dolore che mi trafigge è vivo come allora. Mi sento paralizzata e quasi immobilizzata, mentre cerco un luogo e una posizione per potere superare questa notte. Nel mi cuore, incessantemente ripeto, ti ripeto, cara mamma, che questo dolore non passa mai.
Mamma, mi piacerebbe potere urlare questo dolore a squarciagola. Mi piacerebbe, miracolosamente ritrovarmi nelle tue braccia, coccolata e accudita.
Cara mamma, ovunque tu sia, raggiungimi con la tua benevola benedizione.
contenuto coperto da copyright – ©Marina Baldo Marinatto – 2024
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