NILA e le storie di tutti i giorni
Sì, era proprio uno di quei giorni, nei quali Nila viveva la sensazione che la sua anima l’avrebbe abbandonata, che potesse liquefarsi e fuoriuscire dal suo essere insieme ai tanti fluidi corporei che la stavano lasciando. La sofferenza e il peso nel suo cuore, con i quali conviveva da sempre e che conosceva
come accompagnatori di vita, oggi erano particolarmente presenti. Nulla valeva fare respiri profondi oppure portare l’attenzione consapevole ad ogni gesto che compiva. Il dolore profondo e acuto, come se un laser le stesse trapassando il cuore, erano così forti che le portavano via il respiro e, soprattutto, la lucidità. Oggi era uno dei quei giorni, in cui parlava solo con un filo di voce e farsi comprendere, o meglio, fare sentire che parlava era una faticaccia da aggiungere a tutto il resto.
Nila era rimasta senza parole. Il giorno prima, e durante tutta la giornata, aveva avuto ripetute discussioni con il suo compagno di vita da più di vent’anni. Una di quelle giornate, nelle quali i due non riuscivano a comunicare, ma parevano parlare in parallelo senza che uno potesse raggiungere l’altra. Discussione dopo discussione, Nila sentiva spegnersi la sua energia e che tutto tirava verso il basso. Sentiva un fortissimo senso di solitudine che, ancora, non riusciva ad accogliere in sé ed ogni volta che questa solitudine faceva la sua comparsa sulla scena della sua tumultuosa interiorità, Nila si sentiva morire. Non potendo stare con la solitudine e respingendola, cadeva nella rabbia e nel risentimento. Nila, sapeva osservare tutti questi attori in scena e li lasciava compiere la loro parte in questo ennesimo atto melodrammatico.
Fin da piccola, Nila aveva sviluppato il suo proprio modo di vedere, di concepire, di realizzare, di sentire e di vivere la vita; che era diverso assai dal comune modo di vivere nella parte di mondo nella quale lei si trovava ora. Spesso pensava che c’era un motivo se era nata nell’emisfero meridionale di questo grande pianeta verde e blu, e che dove si trovava ora era completamente sbagliato e sbagliata. Dove lei viveva, la bravura della persona veniva misurata sulle capacità intellettive, che per Nila nulla avevano a che vedere con l’intelligenza. Stare nella mente e rimuginare e pensare, ed elucubrare e dirigere film mentali non era pane per i suoi denti.
Ogni volta che si sentiva così sola da sputare l’anima non sapeva né dove né come mettersi. Nessun luogo e nessun’attività portavano sollievo ed il disordine emotivo si rifletteva anche con il nervosismo ed i dolori nel suo corpo fisico. Non riusciva a stare né seduta, né sdraiata e spesso si inabissava nelle pulizie della casa per ritrovare stabilità ed equilibrio. Era il suo modo. Giusto o sbagliato. Era il suo modo.
Nila amava trascorrere il suo tempo nel suo cuore e nella sua anima. Tutte le elucubrazioni, parole ed opinione del mondo l’annoiavano, appesantivano, stordivano e disorientavano.
Il suo compagno di vita era un punto fermo importante per Nila, e tutte le volte che accadevano queste discussioni, il mondo le crollava addosso. Soprattutto perché non ne comprendeva la lezione intrinseca nell’accaduto. E non sapeva come uscirne o come fare in modo che non accadessero più. Ma il vero nocciolo era andare a spulciare ciò che si muoveva nel palcoscenico della sua vita interiore.
È da dentro che si cambiano le cose, pensava Nila.
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