LE RELAZIONI, LE CONNESSIONI, LE UNIONI UMANE
L’etimologia della parola relazione è da ricollegarsi al latino relatio, a sua volta da relatus, participio passato di referre = riferire, riportare, stabilire un legame, un rapporto, un collegamento…
Fonte www.etimoitaliano.it
Molte volte, quando si parla di relazioni, il primo pensiero va alle relazioni umane, con la famiglia di
origine, con un partner di vita, nella professione con colleghi, manager o collaboratori, con gli amici, nel tempo libero (a titolo esemplificativo ma non esaustivo). L’essere umano sta in relazione con tutto-ciò-che-è, per esempio con il luogo nel quale vive o con gli eventi ed accadimenti della sua vita.
Riportiamo l’attenzione alle relazioni umane. Viene dato per scontato che tutti intratteniamo relazioni con gli altri. Ti sei mai fermato a chiederti qual è l’intrinseco significato delle relazioni umane? A cosa e dove ti portano?
Curiosamente possiamo definire le relazioni umane dei catalizzatori dell’evoluzione della specie. Della rimodellazione, della creatività, delle strategie a volte, sì, della magia.
In molti casi, quando comunichiamo con persone intime, di fiducia, una conoscenza oppure uno sconosciuto, invisibilmente vengono “toccati dei tasti” che ci fanno “reagire” sia nei pensieri che nelle emozioni (sempre come esempio). E, spesso, questa sorta di “copione” continua a ripetersi. Ma perché?
Per semplicità diciamo che quando ci incamminiamo verso la parte di vita adulta, la vita che è continua evoluzione, ci chiede implicitamente di esaminare con attenzione i modelli e modi di fare che ci portiamo dietro, per trovare le “nostre proprie strategie di vita”. Per migliorare la vita stessa. Per dismettere modi di dire e di fare che, nel passato sono stati, ma che ora non sono più funzionali, a volte conflittuali. Ognuno di noi crescendo ha sviluppato una propria ed unica visione delle cose che a volte trova corrispondenza, o in parte, nella visione degli altri. Tuttavia, la nostra è unica. E la vita ci chiede di saperla rappresentare, condividere con gli altri. Così facendo si mettono in circolazione molte informazioni, idee, visioni, creatività evolutiva rispetto a ciò che è stato.
Ogni volta che siamo chiamati a migliorare una relazione conflittuale con una persona, possiamo attingere dalle informazioni, dai modelli già presenti nel nostro mondo interiore e così facendo continuiamo a “reagire” oppure possiamo fermarci a pensare, sentire, valutare che cosa possiamo fare di diverso “dalle volte passate”. Reagire può anche essere potenziante nella relazione con gli altri, a patto che la somma dei contenuti di quella “reazione” sia vincente, ci porti al successo, a trovare un punto d’incontro etico e di buonsenso con l’altra persona, dove vinci tu e vince l’altro e tutti e due (o più individui) si sentono bene, comodi ed a proprio agio con quello che è stato detto oppure fatto. Si crea benessere comune e collettivo.
La relazione con gli altri ci stimola a guardare sempre di più dentro di noi e anche a credere di più in noi stessi. Ci inviata a cercare e trovare l’equilibrio tra il valore di ciò che dicono e fanno gli altri ed il valore della nostra parola e delle nostre azioni. Indubbiamente fa ampliare gli orizzonti della nostra sfera personale..
A volte è bello sostituire la parola relazione, il “mettere in relazione” e perpetuare confronti e raffronti, con la parola connessione oppure unione. Unione trasmetta un senso di unità, anche con gli altri, anziché unilateralità.
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