LA CONNESSIONE TRA ANIMA E LA PARTE DENSA
Etimologia della parola anima: recuperata dal latino anima, affine al greco ànemos “vento, soffio”. Fonte https://unaparolaalgiorno.it/
Per chi ne è appassionato, sull’anima ci sono trattati ed opere in molti idiomi del mondo e viene rappresentata con la facoltà della cultura che scrive su di essa.
Nella semplicità, l’anima è una parte di noi, di energia sottile che sa comunicare sia con lo spirito, tutto-ciò-che-è, sia con il mondo della manifestazione, comunemente chiamato mondo fisico, della materia.
Per esemplificare (e non a titolo esaustivo) e per semplicità immagina di vedere la tua anima in tre esperienze costanti e continue. Una parte dimora al di fuori della tua parte densa ed è in continua comunione con lo spirito/Dio/tutto-ciò-che-è/trascendenza, (ti invito a scegliere per te il nome più appropriato), sta con tutto quello che è ancora in divenire e che ti riguarda, e ha una “visione” (per supportare la comprensione umana) che va al di là del tradizionale modo di vedere e comprendere le cose. Nel tuo entourage spirituale, è anche la parte guida che conosce l’akash, lo spazio nel quale tutte le esperienze vengono “registrate e salvate”; preserva lo spazio dello scopo, della missione della tua vita, le lezioni da apprendere ed implementare e ciò che dev’essere alchemizzato e lasciato andare. La parte di anima che abita nella parte densa, “anima” il corpo denso. Questa è la parte che “fa esperienza” del piano della manifestazione, che fa esperienza dei sentimenti e delle emozioni, che fa esperienza anche attraverso i cinque sensi esterni, che vive le relazioni e le connessioni umane. Con la famiglia, con gli amici, nella professione, nel tempo libero e anche la relazione con il “sé stessi”. La parte di anima che attraverso il corpo denso (e non solo) riceve impressioni e stimoli; che può raggiungere e toccare il mondo della materia e anche fare funzionare o non fare funzionare bene il corpo denso, che indossa come se questo fosse un abito. Con il passare del tempo le percezioni dell’anima incarnata, attraverso i sensi esterni, il pensiero, le emozioni, possono divenire tanto forti da apparire reali e in questo caso si parla di “identificazione” con quello che accade e con quello che sente in un determinato momento. Ed è così che si annebbia il discernimento tra ciò che l’anima esperisce realmente e ciò che, attraverso il guardare fuori, i sensi esterni, la percezione esterna, gli avvenimenti nel mondo esterno “crede” stia succedendo.
Ci sono delle anime che rifiutano la parte densa e il mondo della manifestazione. Nel tempo, dovremmo essere nella condizione di “portare giù” (per aiutare il pensiero umano nella comprensione) oppure di “caricarci” con più sostanza animica. In verità, le anime che mantengono una forte consapevolezza della comunione con tutto-ciò-che-è possono avere la tendenza a rimanere “sospese” oppure permangono in una inconsapevole e continua “ribellione” verso “il come funziona” questo mondo o verso “il come funzionano” gli altri, rendendo così l’esistenza pesante, faticosa e complessa, a volte malata nel senso più ampio del significato della parola.
Il linguaggio dell’anima sono le immagini e le qualità che provengono da tutto-ciò-che-è.
Infine, vi è la parte di anima che è connessa al luogo (sempre simbolico per la comprensione) del principiò e potenziale più buio e caotico della nostra esistenza.
Ne consegue, che l’anima è parte indissolubile della creazione, anche della manifestazione nel mondo fisico e, inizialmente, può creare sia nel bene, che nel cosiddetto male. Questo per dare la massima opportunità di “fare esperienza” anche della materia densa.
contenuto coperto da copyright – ©Marina Baldo Marinatto – 2024
0 Comments